Castelpizzuto è il più piccolo tra i comuni della Comunità Montana, è situato sui monti del Matese e ci offre una veduta panoramica di naturale bellezza su tutta la città di Isernia, sulla catena delle Mainarde e a nord sul massiccio del Matese
Castelpizzuto è il più piccolo tra i comuni della Comunità Montana, è situato sui monti del Matese e ci offre una veduta panoramica di naturale bellezza affacciandosi a sud su tutta la città di Isernia e sulla catena delle Mainarde e a nord sul massiccio del Matese (comprendendo in tal modo tutti i rilievi che si estendono sulla provincia).
Il territorio comunale presenta un’escursione altimetrica decisamente superiore alla media dei comuni molisani: permette, infatti di salire fino ai 1400 m.del Monte Patalecchia e di scendere ai 700 metri del Vallone Lorda, dallomonimo torrente che, dopo aver attraversato l’intero territorio, si getta nel Volturno.
Il paesaggio pittoresco, l’aria pura, il silenzio, le acque sorgive, e l’estensione dei boschi ricchi di prodotti silvestri, come fragole, lamponi e funghi e, non ultimo, lo stesso esiguo numero di residenti e le sue stradine tortuose, strette e non asfaltate, ne fanno luogo ideale per una vacanza in completa armonia con la natura e la montagna alla ricerca di un contatto veramente genuino con il mondo rurale e agreste.
Lo stemma dei paese porta incisa una torre, forse immagine dell’antico castello. Nei secoli andati si chiamava « Rocca di Pizzuto» e « Castrum piczutum», od anche semplicemente «Pizzuto»;e probabilmente deve il nome alla forma acuta del monte su cui si aderge.
Il paese è letteralmente spaccato in due dal Fosso della Cucina, un solco verde che attraversa tutto il centro abitato, costituito da un piccolo agglomerato di antiche case in pietra – alcune abitate, altre occupate solo saltuariamente – con i caratteristici tetti in scandole di pietra e le facciate in muratura a vista.
Il centro è un interessante quanto genuino esempio di architettura rurale locale poiché non ha ricevuto interventi recenti di ristrutturazione.
Contesto economico
Un primo passo verso lo sfruttamento delle risorse naturali è stata la scoperta delle caratteristiche oligominerali della sorgente “La Folgara” e la conseguente commercializzazione dell’acqua “La castellina”.Per il resto Castelpizzuto è un paese scarsamente popolato, con un’economia prevalentemente agricola e pastorale.
Da visitare:
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Il castello: Conserva nella struttura le forme tipiche di un edificio medioevale adibito a scopi militari – sono infatti visibili segni delle antiche fortificazioni – e poi rimaneggiato secondo una prassi altrettanto tipica in epoca rinascimentale per assecondare esigenze non più difensive.
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La chiesa di Sant’Agata: Di origine medievale, fu costruita nei pressi del castello, seguendo lo schema emblematico di quel periodo. Più volte restaurata, colpisce il visitatore per l’estrema semiplicità . Sorge,all’entrata dei paese nella parte bassa, separata da una stretta via dal palazzo baronale che conserva ancora una torre angolare cilindrica. Sull’architrave della porta, che consente l’accesso alla chiesa, è incisa la data del 1594, l’anno di costruzione. L’uscio della porta ricorda che un Libetti lo lavorò e mise a posto nel 1752: non è chiara, invece, una breve iscrizione murata nel campanile contiguo, che pare assai meno anziano dell’edificio: edificio il cui interno, per la superlativa semplicità , sembra simboleggiare l’umiltà cristiana, e la povertà esaltata dal Poverello di Assisi.
Gastronomia
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Minestra di farro e grano, l’acquaonta (farina integrale con poca acqua e sugo), mbaniccia (pizza di verdura e pane), polenta e salsiccia, formaggi tipici (di capra e di pecora)
FestivitÃ
- Sant’Agata (patrona di Castelpizzuto) si festeggia il 5 febbraio
- San Domenico si festeggia l’ultima domenica di maggio
- S. Anna si festeggia il 26 luglio
- S. Lucia si festeggia la prima domenica di settembre
Cenni storici
Non abbiamo notizie di Castelpizzuto anteriori alla dominazione angioina.
Nel 1269 Carlo I d’Angiò assegnò Castelpizzuto in feudo a Tommaso d’Evoli.
Al declinare del secolo, Castelpizzuto venne diviso in tre parti, e i tre utilisti furono Gualtiero da Ponte, Nicola Roccafoglia e, forse, Alferio d’Isernia.
Morto Gualtiero senza prole nel 1312, la quota a lui intestata venne incamerata e venduta al predetto Alferio. Alferio d’Isernia nel 1316, avendo acquistato la quota del Roccafoglia divenne signore integrale di Castelpizzuto e nel 1333 gli successe il primo genito Nicola. Si ignora quanto tempo durò la signoria dei d’Isernia, quantunque si possa presumere che si protraesse per tutto ilsecolo XIV.
Castelpizzuto divenne in tale periodo di tempo, feudo dei Gaetani, che ne erano in possesso certamente nel 1456, anno in cui ne figura titolare Giacomo Gaetani.
In seguito fu feudo dei Pandone ai quali successero i Capece Galeota, il cui dominio fu brevissimo.
Dai Galeota il fuedo passò alla famiglia d’Agostino; e Silvia d’Agostirio isernina (consorte di Cesare di Blasio, triventino) ebbe a successivi eredi nel feudo i figli Giulio Cesare e Donato. La d’Agostino nel 1575 vendette Castelpizzuto ai Terzi che a loro voltacedettero Castelpizzuto ad un membro della famiglia Monacello. Nel 1597 Silvia d’Agostino riscattò il feuido che più tardi, o pervendita o per eredità , passò in dominio dei Marchesano, che lo venderono in favore della casa di Blasio.
Ai di Blasio successe casa Sommaia, ed a questa la famiglia de Vincentiis anteriormente al 1640, e fino al 1713, quando morì Francesca de Vincentiis consorte di Carlo Terzi cavaliere di San Giacomo.
In tal modo, Castelpizzuto tornò alla famiglia Terzi, che la detenne in feudo sino all’eversione della feudalità , col titolo di Conte.
L’ultimo titolare dei Terzi per Castelpizzuto fu il Conte Pasquale Terzi, in vita nel 1806.
Il paese rimase sempre terra molisana: nel 1807 fu assegnato al distretto di Isernia e governato da Monteroduni; nel 1815 divenne infine comune autonomo dipendente da Cantalupo del Sannio.
Pagina aggiornata il 13/11/2023